Sette modelli di altrettanti casi di studio posati su un tavolo che è un incubatore di alberelli: l’installazione che i danesi di Effekt hanno prodotto per la Biennale di Architettura si interroga sulla possibilità di progettare edifici in grado di funzionare come ecosistemi per costuire comunità urbane autosufficienti.
A poco a poco i semi portati a Venezia da Effekt stanno crescendo, immersi in un sistema idroponico gestito a distanza da Copenhagen, dove torneranno a novembre, quando, conclusa la Biennale, avranno raggiunto la dimensione sufficiente per il trapianto in piena terra: le 1.200 piantine contribuiranno infatti a un progetto di riforestazione urbana e nei prossimi 50 anni saranno in grado di assorbire più di 1.000 tonnellate di CO2.
I progetti rappresentati sul Growingtable, a loro volta, rappresentano altrettante idee per vivere, costruire, produrre, consumare e rivitalizzare gli ecosistemi dai quali dipendiamo e dei quali siamo parte.
Naturbyen (villaggio nel bosco) è un modello di comunità autosufficiente che utilizza cibo ed energia ricavati da risorse rinnovabili e locali; il Centro Natura di Hareskov fa del bosco uno strumento di apprendimento e divertimento per riconnettere i bambini con la natura; il progetto Urban Villages propone idee per realizzare abitazioni vivibili, economiche e sostenibili per nuove comunità urbane.
Build for Life dimostra come un nuovo modo di abitare possa contribuire a migliorare la salute delle persone e dell’ambiente, mentre la Harbour Farm punta a trasformare i waterfront urbani in coltivazioni di frutti di mare che utilizzano cicli di produzione biologici e sostenibili, e Anywhere è una cabina autosufficiente off-grid.
Infine il modello più spettacolare, la Forest Tower, destinazione turistica che consente a tutti l’accesso al bosco senza rovinare l’ambiente naturale.