Expo di Osaka, le cupole leggere di Shigeru Ban per il Blue Ocean Dome

«In passato le esposizioni internazionali sono state spesso luoghi di sperimentazione per nuove idee architettoniche e costruttive – dice Shigeru Ban, autore del Blue Ocean Dome all’Expo di Osaka con e per Zeri Japan, la sezione giapponese del network globale Zero Emissions Research and Initiatives – anche se negli ultimi anni questa tradizione è scomparsa, sostituita da semplici ‘giochi di forme’ basati sulla tecnologia digitale».

 

Ph. ©Hiroyuki Hirai

A Osaka Ban torna alla sperimentazione con la tre cupole del Blue Ocean Dome, le cui strutture sono realizzate con materiali estremamente leggeri come la plastica di fibra di carbonio rinforzata (Cfrp), fin qui mai impiegata – anche a causa del suo costo elevato – nel campo delle costruzioni.
Eppure, dieci volte più leggera dell’acciaio e quattro volte più resistente, presenta indiscutibili vantaggi sui costi di cantiere. Costruita in Cfrp, la struttura della cupola più grande del padiglione pesa meno del terreno rimosso per le fondazioni e ha eliminato la necessità di lavori di palificazione.

 

La griglia di fibra di carbonio rinforzata che regge la cupola più grande del padiglione (ph. ©Hiroyuki Hirai).

 

Anche le due cupole vicine, più piccole, si distinguono per innovazione: la struttura della prima è realizzata – prima volta nel mondo – con travi curve di bambù laminato. L’impiego del bambù – un legno che cresce rapidamente – come materiale da costruzione non è nuovo, specialmente in Giappone, ma la variabilità dei diametri e degli spessori dei tronchi rende impossibili calcoli strutturali corretti, e per di più, se esposto per lungo tempo al sole, i tronchi possono spezzarsi facilmente. Limiti affrontati ora da Shigeru Ban con queste travi di ‘bambù tecnologico’, ognuna formata da tronchi curvati e solidarmente saldati tra loro come già avviene con il legno lamellare tradizionale prodotto in Europa.

 

La struttura in travi di bambù laminato della seconda cupola (Ph. ©Hiroyuki Hirai).

 

Per il terzo padiglione infine Ban torna agli amati tubi di cartone, come quelli della Carboard Cathedral di Christchurch e delle soluzioni abitative per le vittime di guerre e terremoti, qui uniti da nodi che ricordano la struttura atomica che forma le molecole.

 

Dettaglio dei nodi che tengono insieme i tubi di cartone impiegati per la terza cupola del padiglione (Ph. ©Hiroyuki Hirai).

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