Dal 12 febbraio al 23 marzo l’Adi Design Museum di Milano, in collaborazione con Fondazione Bonotto presenta Extreme Present, una ricerca aperta, curata da Francesca Grassi e Domiziana Bani, che si propone di intrecciare connessioni con realtà altre rispetto al design comunemente inteso e di rendere il pubblico parte integrante dell’esperienza.
Attraverso intersezioni tra le arti e una narrazione costruita con un ritmo filmico, la mostra si sviluppa come un viaggio tra personaggi, opere, oggetti di design, fotografia, libri, musica e idee.
L’esposizione si articola attorno a sette temi – Tents, Domes, Nomad Living, Energy, Water, Food, Waste – per esplorare i legami tra diversi aspetti della contemporaneità. Il focus è sull’abitare e sulla ricerca di soluzioni meno impattanti, con riferimenti al nomadismo, al viaggio e alla relazione con il pianeta.

Partendo dalla tenda come prima casa dell’uomo, si sviluppano connessioni con altre epoche e funzioni, creando un racconto che riflette sulle modalità di progettazione e di vita in equilibrio con l’ambiente. Oggetti come la tenda da campeggio “Julia”, di Mario Germani – premio Compasso d’Oro 1960 – e altri oggetti connessi al tema del viaggio, come unità abitative minime e mezzi leggeri di movimento, creano una narrazione che riflette su come progettare e vivere in sintonia con il pianeta.

L’allestimento, concepito come un impianto “palindromo” a doppio incipit, offre molteplici modalità di fruizione dello spazio. Un viaggio attraverso suggestioni e contenuti in dialogo con gli oggetti della collezione permanente del Compasso d’Oro. Una grande installazione narrativa che dematerializza il confine tra contenuto e contenitore, trasformando il percorso in un’esperienza immersiva dove la circular economy trova un’applicazione pratica.
L’intero allestimento si fonda infatti sul principio della sostenibilità e del recupero, privilegiando l’uso di materiali riciclabili e riutilizzabili.
Gli arazzi, disegnati da Giovanni Bonotto, realizzati con tessuti interamente ottenuti da plastiche riciclate, sono frutto della collaborazione con la Fondazione Bonotto, partner della mostra, che ha messo a disposizione i materiali selezionati dai propri archivi.
Le strutture metalliche sono costituite da un sistema modulare realizzato da Interexpo e beMatrix, che si presta a essere riutilizzato riassemblandolo in diverse configurazioni, con finitura in biotessuto realizzata da Edizero.