In occasione della Art Week e della Milano Design Week lo studio CZA Cino Zucchi Architetti ospita la mostra The Mistery of the Myssing Trigliph dell’artista spagnolo Javier Mayoral (noto come PulpBrother).
La mostra sarà visitabile dal 4 aprile al 9 maggio 2025 negli spazi dello studio in via Revere 8, Milano.
CZA, da sempre aperto alle più svariate contaminazioni creative, dedica una parete del proprio atelier – una sorta di “Project Wall” – agli artisti che, per affinità o ammirazione, accompagnano il lavoro quotidiano dello studio.
Dopo le esposizioni di Robert Deutsch (2022) e Lisa Ivory (2023), lo studio accoglie il linguaggio irriverente di Javier Mayoral, aka PulpBrother, il cui universo ironico trova una cornice perfetta nelle variegate collezioni con le quali Cino Zucchi ha invaso gli spazi luminosi dello studio di Via Revere, trasformandolo nel tempo in un bizzarro Cabinet of Curiosities.
Le tavolette di Mayoral, sempre della stessa dimensione, ospitano soggetti tra i più vari tutti segnati da un’intenzionale interferenza tra l’immagine rappresentata e un testo che genera nella scena un’irresistibile displacement di natura ironica e surreale.
«I quadri di Javier – dice Cino Zucchi, che iniziando a comprarli su eBay ne ha collezionati sessanta – sono spesso legati in serie da variazioni su di un tema figurativo scelto in maniera del tutto idiosincratica: il complesso dei Kraftwerk, David Lynch, Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, una baguette, Franz Kafka, i titoli di coda dei film Nouvelle Vague, la bottiglia del Cynar, mani apotropaiche, pinball machines dai temi improbabili e innumerevoli figure femminili inguainate da calze, corsetti, tute in latex copiate con diligenza dalle foto di Bettie Page ritratta da Irving Klaw.
Queste serie sono spesso organizzate secondo il collaudato meccanismo del ‘tormentone’, e come gli stand-up comedians esse sono capaci di rendere accettabili cose o situazioni estreme attraverso il distacco o l’inversione semantica generati dall’ironia».
Dopo un incontro a Miami, Marina Barbieri e Cino Zucchi hanno proposto a Javier Mayoral di sperimentare la sua tecnica di straniamento testo-immagine a soggetti di natura aliena: l’architettura brutalista, gli elementi dell’architettura classica chiamati triglifi e altre cose dai nomi noti ma non sempre del chiaro significato per tutti.
Il titolo della mostra, che sembra quello di un film Indiana Jones, si riferisce ironicamente al rapporto continuo tra riflessione e avventura, tra erudizione e sperimentazione, tra sapere e libertà artistica che accomuna il lavoro del temporaneo quanto seducente duo di Cino Zucchi e Javier Mayoral.
Javier Mayoral
Dopo una carriera nel mondo della pubblicità e un’esperienza come chef, Javier Mayoral (1961) ha progressivamente trasformato la sua passione per la pittura in un’attività a tempo pieno.
Oggi vive e lavora a Miami, dove ha sviluppato uno stile inconfondibile caratterizzato da piccole opere su legno, dotate di un humor tagliente e una capacità unica di trasformare elementi quotidiani e simboli collettivi in messaggi sottili e talvolta pungenti.
Conosciuto con il nome di PulpBrother, Mayoral ha costruito negli anni una formidabile presenza online, con più di 320.000 follower su Instagram. Le sue opere, che attingono alla tradizione del ex-voto messicano e alla cultura pop del secolo scorso, combinano semplici immagini a testi, dando vita a vignette pittoriche ironiche che mescolano arte contemporanea e umorismo dissacrante.
Ha esposto a Galerie Arts Factory (Parigi, 2024), Ricardo Reyes Gallery (Città del Messico, 2024), Art Basel Scope (Miami, 2018 e 2019), oltre a partecipare a collettive in spazi come il Museo Europeo de Arte Moderno di Barcellona. I suoi lavori fanno parte della collezione permanente della Artemizia Foundation (2024).