Inaugurato al Centro Pecci l’Urban Center di Prato

Al piano terra del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato è stato inaugurato un nuovo spazio per aprire il museo a una sempre più ampia partecipazione della città.
Fortemente voluto dal Comune di Prato e dalla Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana e progettato dal collettivo Fosbury Architecture guardando alle best practice europee e globali, l’Urban Center è pensato come uno spazio flessibile per eventi, convegni e webinar, un luogo vivo di dibattito e confronto culturale.

 

 

Osservatorio Prato 2050, curato da Fosbury Architecture, è il primo allestimento temporaneo dell’Urban Center di Prato, ph. ©Margherita Villani.

 

L’Urban Center è stato progettato per essere continuamente ripensato nella forma con un grande sipario che abbraccia lo spazio, permettendo in un solo gesto di attivare configurazioni sempre diverse. Isolante e fonoassorbente, la tenda-sipario è stata realizzata in collaborazione con aziende del territorio e costituisce un omaggio alla tradizione tessile della città.

 

Urban Center è stato studiato da Fosbury Architecture per essere continuamente rimodulato grazie a una grande tenda isolante e fonoassorbente, ph. ©Margherita Villani.

 

L’apertura dell’Urban Center all’interno del Centro Pecci rappresenta la naturale evoluzione del museo in corso dal 2014 con il progetto di ampliamento del museo firmato da Maurice Nio di cui avevamo scritto diffusamente sul numero 67 di IoArch.

 

Fosbury Architecture, planimetria del Centro Pecci: sono evidenziate le aree dedicate al nuovo Urban Center di Prato e le aule didattiche del museo, con il laboratorio munariano gratuito.

 

Per l’inaugurazione, l’Urban Center Prato ospita Osservatorio Prato 2050, mostra temporanea curata da Fosbury Architecture dedicata ai progetti inerenti gli ambiti della transizione ecologica, il metabolismo urbano circolare, l’innovazione e la transizione al digitale, l’inclusività sociale attivi nella città e ai network locali e internazionali che ognuno di essi innesca.

 

Playground del Serraglio Federico “Yoghi” Giuntoni, Prato, 2021, ph. ©Piercarlo Quecchia e Alessandro Saletta (DSL Studio).

 

La mostra, in programma fino a febbraio 2022,  si completa con il saggio fotografico realizzato ad hoc da Piercarlo Quecchia e Alessandro Saletta (DSL Studio di Delfino Sisto Legnani): il racconto di una Prato dietro le quinte, una visione della città-fabbrica aggiornata al XXI secolo che si esplicita nella relazione tra spazi di produzione e natura, tra tradizione e innovazione, tra preesistenza e nuovi luoghi di sperimentazione.

Fotografando solo dettagli esteticamente stimolanti ma di parti poco riconoscibili e collocabili geograficamente, si innesca nell’osservatore pratese un gioco a scoprire dove sia stata scattata la foto.

 

Manifattura Maiano Spa, Campi Bisenzio (Firenze), 2021, ph. ©Piercarlo Quecchia e Alessandro Saletta (DSL Studio).

 

Sabato 20 novembre è stato presentato anche il Comitato Scientifico dell’Urban Center, composto da Marco Brizzi, curatore e critico di architettura contemporanea; Elisa Cattaneo, docente al Politecnico di Milano ed esperta di landscape urbanism; Emilia Giorgi, curatrice e critica di arti visive e architettura contemporanee; Ippolito Pestellini Laparelli, architetto e curatore; nomi ai quali si aggiungono Silvia Cangioli, membro del CdA della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana ed espressione diretta della Fondazione stessa, e Andrea Valzania, docente di Sociologia dell’Università di Siena, espresso dal Comune di Prato.

 

Manteco Spa, Prato, 2021, ph. ©Piercarlo Quecchia e Alessandro Saletta (DSL Studio).

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