L’architettura di Sauerbruch Hutton in mostra a M9

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Una monografica, la prima in Italia, dedicata a Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton, in occasione del trentennale della fondazione dello studio da loro fondato e diretto: draw love build – l’architettura di sauerbruch hutton è il titolo della mostra in programma a M9 – Museo del ’900 di Mestre dal 3 settembre al 9 gennaio 2022, dedicata all’attività dello studio berlinese che ha progettato l’edificio del museo.

 

La mostra documenta opere fra le più rilevanti dello studio Sauerbruch Hutton ph. ©Jan Bitter.

 

La mostra ripercorre tutta la carriera di Matthias Sauerbruch, Louisa Hutton, Juan Lucas Young – loro socio dal 2000 – dei loro 16 partner e degli oltre 120 componenti del team, collegando edifici e progetti disseminati in tutta Europa.

 

Le opere sono selezionate per porre in luce temi comuni dei vari progetti, tra cui la città postindustriale, lo studio per un ambiente costruito più sostenibile, la creazione di spazi sensoriali, ph. ©Jan Bitter.

 

L’esposizione si sviluppa sugli oltre 1.300 mq del terzo piano di M9 attraverso 60 modellini e più di 100 disegni: un arcipelago di progetti che, mescolando le carte dei tempi e dei luoghi, definisce visivamente un mondo di ricerche e poetiche ricorrenti nei progetti sviluppati dallo studio.
Le pareti sono dipinte con una palette di colori amati dai progettisti, per creare un ambiente coerente con la qualità dei modelli e stimolare quel felice stato d’animo che caratterizza le opere dello studio.

 

I progetti sono rappresentati attraverso modelli e disegni. Una app consente al visitatore di accedere a contenuti più estesi, come fotografie, disegni, audio e video di approfondimento, ph. ©Jan Bitter.

 

Diffusi in diversi Paesi d’Europa, i 60 progetti in mostra narrano il modo in cui Sauerbruch Hutton affronta le sfide del tempo. Il filo conduttore parte dalla GSW di Berlino-Kreuzberg allo Science Centre Experimenta di Heilbronn, passando per l’Experimental Factory di Magdeburgo e l’Agenzia Federale per l’Ambiente di Dessau fino al Woodie di Amburgo e alla KfW Bank di Francoforte.

Ogni progetto prende forma a partire dalla propria storia, dal sito in cui è collocato e dal team di produzione, quindi ogni progetto è nuovo, unico e irripetibile.
La maggior parte dei progetti nasce in quella che può essere definita la “città post-industriale”, in luoghi caratterizzati da infrastrutture e industrie. La riurbanizzazione di elementi originariamente funzionali è uno dei grandi compiti della rigenerazione a cura di Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton, che fin dall’inizio degli anni Novanta hanno fatto della sostenibilità un preciso punto fermo di un’architettura carbon neutral.

 

L’esposizione si sviluppa sugli oltre 1.300 mq del terzo piano di M9 attraverso 60 modellini e più di 100 disegni, ph. ©Alessandro Scarpa.

 

L’ambizione della mostra è nella necessità di affermare l’importanza dell’architettura nella vita delle comunità. Come spiega Luca Molinari, direttore scientifico di M9, l’obiettivo è «affermare con chiarezza la necessità e l’importanza dell’architettura nelle nostre vite, attraverso il racconto di uno studio che lungo tre decenni ha sviluppato coerentemente una linea di ricerca sul progetto e la sua qualità necessaria ad affrontare le sfide che il nuovo secolo sta portando con sé. L’organizzazione della mostra rappresenta questa visione, spostando il calibro concettuale dall’esposizione documentaria a un’installazione aperta, dove il pubblico è chiamato a perdersi e a trovare la personale chiave di lettura con cui guardare al lavoro degli architetti».

 

Lo studio berlinese ha progettato l’edificio del museo di Mestre, inaugurato ne dicembre 2018, ph. ©Alessandro Scarpa.

 

Nell’ambito della mostra viene anche proiettato il documentario del regista Harun Farocki ‘Sauerbruch Hutton’ (2013), dedicato alla poetica e al lavoro dello studio.

Accompagna l’esposizione la monografia curata da Luca Molinari e Livio Karrer pubblicata da Marsilio Editori.

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