In occasione dell’Art Week milanese, fino a domenica 11 ottobre nell’appartamento dei principi di Palazzo Reale è aperta la mostra Out of the Blue, Viaggio nella Calligrafia attraverso Alcantara, promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, da Palazzo Reale e da Alcantara S.p.A.
In Out of the Blue, a cura di Dagmar Carnevale Lavezzoli e Katie Hill, sei affermati artisti cinesi – Qin Feng, Qu Lei Lei, Sun Xun, Mao Lizi, Zhang Chun Hong, Wang Huangsheng – combinando la millenaria tradizione culturale della loro terra con le moderne tecnologie, hanno approfondito Alcantara come mezzo per l’arte attraverso opere site-specific che fondono memoria personale e memoria collettiva.
Riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, l’antica arte della calligrafia cinese è da sempre apprezzata per la sua valenza estetica e artistica: ogni segno appare come dettato da un agile e tenue volo, contenendo in sé il fluire della vita conferito dall’istintualità del gesto e dalla sua natura pittografica, poiché ogni carattere è una rappresentazione diretta di qualcosa e di ciò che vuole significare.
Alla portata estetica si unisce la grande spiritualità della “non azione” Wu Wei, legge dell’agire senza agire, senza forzare le cose ma permettendone un naturale e spontaneo corso, fluire, divenire. Da qui la connessione al Tao, o meglio al Dao, “la via”, il principio indifferenziato che dà origine al cosmo.
Con queste premesse le stanze dell’appartamento dei principi si trasformano in intriganti esperienze estetiche per affinità o contrasti tra le opere in mostra e gli ambienti.
Spaziando da proiezioni digitali a foreste di inchiostro su rotoli, gli artisti si ispirano alla pratica calligrafica per interrogarsi sulla natura della relazione che intercorre fra l’uomo e il mondo che lo circonda attraverso nozioni Taoiste di temporalità, forza vitale e partecipazione.
Entrando nella prima sala, lo spettatore si inoltra in un’immersiva foresta di ideogrammi i cui tratti calligrafici si svolgono fluidamente lungo rotoli verticali con i quali Qu Lei Lei elabora e reinterpreta l’idea dell’antica arte della calligrafia come una molteplicità di forme evocanti la proliferazione e la frammentazione delle informazioni che ci circondano nella vita contemporanea.
Zhang Chun Hong presenta, nella seconda sala, un’ibridazione che coniuga elementi umani e naturali. Avvalendosi di un suo leitmotiv – capelli fluenti dipinti finemente in ciocche sottili – l’artista esprime il concetto di forza vitale attraverso un’opera scultorea in cui natura, corpo e calligrafia diventano un’entità inscindibile.
Il lavoro dell’artista è influenzato dalla cultura tradizionale cinese, compresa la sua presentazione come dipinti pergamene, che accentua la lunghezza e il flusso dei capelli. L’immagine è imponente e surreale con un effetto tridimensionale.
L’opera di Qin Feng, realizzata attraverso una tecnica similare al dripping, fatta di schizzi, tracce, getti, sfrutta l’immediatezza dell’azione non presentando un’idea in divenire, bensì immediate forme dell’idea stessa. Non vi è alcuna distanza tra il pensiero e il gesto primigenio; la spontaneità del movimento calligrafico sprigiona un’energia primordiale, esprimendosi nel principio filosofico Taoista del Wu Wei “agire nel non agire”. L’uso del tè, che rappresenta l’Oriente, e del caffè, l’Occidente, sullo sfondo dei suoi dipinti a inchiostro, allude alle diversità culturali e al tentativo di unirle.
Nei paraventi di Mao Lizi spruzzi di colori spiccano vivaci su pannelli, generando un forte ritmo visuale. Secondo la filosofia Taoista, la storia non procede in modo lineare, bensì si sviluppa secondo il concetto di sincronicità. Alla linea orizzontale del pensiero sul tempo, l’artista ragiona seguendo una linea verticale, pensando fenomeni che coesistono contemporaneamente.
Nell’installazione digitale di Wang Huangsheng invece lo sguardo si volge verso l’alto in un continuo movimento di luminosità e ideogrammi, evocando barlumi di pensieri fugaci e riflessi che scorrono in forma ipnotica. L’attivazione di luci e ombre insieme ai rotoli dipinti con linee dense, creano un’esperienza visuale immersiva conducendo il pubblico a interagire spontaneamente con l’opera, disorientando lo sguardo e rifocalizzandolo attraverso riflessi in moto continuo. Le linee gestuali e la pratica calligrafica sono fondamento e necessario punto di incontro, condensate in opere che funzionano come poesie scritte e rappresentazioni astratte della realtà.
Nell’opera della sala finale, con una video-proiezione immersiva e un lungo rotolo dipinto, Sun Xun si inspira al ritmo dell’antica pratica calligrafica per creare animazioni contemporanee intrise di elementi simbolici. Evocando l’incontro tra cultura occidentale e cultura orientale, tra dimensione terrena e ultraterrena, le linee nere calligrafiche prendono vita intrecciandosi a visioni oniriche. Un mondo surreale con creature mitologiche e paesaggi misteriosi si schiude davanti allo spettatore che ne diviene parte.
L’artista analizza questioni relative alla cultura, alla memoria, alla politica e al suo scetticismo sulla storia ufficiale esplorando i concetti di passato contro presente, spesso scegliendo di usare come protagonisti animali e insetti, anziché persone.
Out of the Blue – ingresso gratuito dal martedì alla domenica, 9:30 – 19:30 (giovedì fino alle 22:30) ma solo su prenotazione – trasporta lo spettatore in un viaggio nella calligrafia attraverso Alcantara, medium ottimale per la creazione di innovative ibridazioni d’arte. Coniugando antiche tradizioni orientali con sperimentazioni artistiche del ventunesimo secolo, ciascuna sala offre interpretazioni eterogenee della Cina contemporanea, evocando un passato distante, un futuro ignoto e la rilevanza di entrambi nella freschezza del momento presente.