Meet, lo spazio fisico per il digitale a Milano

L’energia dell’arancione si fonde con la neutralità dei grigi nel nuovo Meet, il centro internazionale di cultura digitale in Italia che aprirà al pubblico dal 31 ottobre in piazza Oberdan a Milano.
Il nuovo centro nasce dalla ristrutturazione, durata quasi due anni, dello Spazio Oberdan, ceduto nel 2018 dalla Città Metropolitana a Fondazione Cariplo, che ne ha affidato la gestione a Maria Grazia Mattei. E proprio la critica d’arte e fondatrice di Meet The Media Guru racconta la mission del nuovo Meet, “un presidio del digitale per superare l’isolamento e connettere Milano e l’Italia con il mondo”.

 

Meet è il nuovo centro internazionale di Cultura Digitale fondato da Meet the Media Guru con il supporto di Fondazione Cariplo, ©Michele Nastasi.

A progettare Meet sono stati chiamati CRA – Carlo Ratti Associati e Italo Rota che hanno immaginato al suo centro un ampio spazio pubblico verticale – tra cui una scala alta 15 metri dai colori vivaci – che funge da punto focale per le attività e gli eventi del centro. La piazza verticale al centro dell’edificio incarna la visione del progetto. Sulla scala a zig-zag, le persone possono sostare su una serie di pianerottoli asimmetrici, arricchiti da un sistema di proiezioni multimediali.

Con Meet Carlo Ratti, socio fondatore di CRA e professore dello studio di Tecnologia Urbana al MIT, si propone di indagare il significato dello spazio fisico in un mondo sempre più digitalizzato. «Qual è il ruolo dello spazio fisico in un mondo digitale? Oggi continuiamo a vivere e lavorare in un isolamento indotto dalla pandemia, dove quasi tutto può essere fatto online. In questo momento, è fondamentale utilizzare l’architettura per produrre momenti di serendipità e contribuire a favorire nuove connessioni, proprio quelle che raramente accadono sul web – spiega l’architetto – Un modo per raggiungere questo obiettivo è quello di superare qualsiasi rigida divisione delle funzioni spaziali. Quando ogni luogo può servire a molteplici scopi, riunisce più comunità, facilitando la generazione e la circolazione di nuove idee».

 

Lo spazio è imperniato sulla ‘Living Staircase’, la scala capace di diventare di volta in volta teatro o luogo di lavoro, ©Michele Nastasi.

La sede incorpora le tecnologie digitali nello spazio fisico con una serie di sistemi di proiezione avanzati e schermi sparsi in tutto l’edificio.
Questo permette alle persone di accedere all’archivio digitale di Meet in modi inaspettati. Attingendo all’idea di ‘ubiquitous computing’ proposta dallo scienziato Mark Weiser, che sosteneva che la tecnologia digitale sarebbe diventata così pervasiva da “scivolare sullo sfondo delle nostre vite”, il progetto trasforma l’architettura stessa in un mezzo per condividere conoscenza e cultura.

Nella convinzione che l’innovazione sia un fatto culturale, prima ancora che tecnologico e che la diffusione della cultura digitale favorisca la crescita dell’economia e le opportunità e del benessere per tutti i cittadini, lo spazio esplora e racconta persone, linguaggi, idee creative e progetti innovativi attraverso un palinsesto di iniziative che riportino la persona al centro del cambiamento tecnologico.

 

L’Immersive Room ospiterà opere di artisti digitali: la prima è Renaissance Dreams di Refik Anadol, ©Michele Nastasi.

All’ingresso, su viale Vittorio Veneto, la scritta Meet scomposta in neon bianchi Artemide accoglie al piano terra dove domina l’arancione, simbolo di energia. Qui si trova il bistrot ideato con il concept del food designer Martí Guixé e il design di Italo Rota, gestito da Mare Culturale Urbano, e l’ingresso al cinema-auditorium con 200 poltroncine arancioni, schermo a tutta parete e la possibilità di proiettare anche su soffitto e muri laterali. Lo spazio rimane a disposizione della Cineteca Italiana per festival e proiezioni serali.

Al primo piano si trova l’Immersive Room dove esporranno artisti digitali: il primo è il turco con base a Los Angeles Refik Anadol (che su IoArch abbiamo recentemente intervistato), che ha realizzato Renaissance Dreams, omaggio al Rinascimento autogenerato da un’intelligenza artificiale che scorre sulle pareti grazie a 15 proiettori, aperto fino al 21 gennaio.
Completano il primo piano lo studio dedicato all’editing audio e video e la galleria composta da sale espositive con pareti mobili e riconfigurabili.
Infine, al secondo piano si trovano alcune zone di lavoro e formazione.

Main partner è Intesa Sanpaolo; il centro di cultura digitale è inoltre supportato da Artemide e Mediatrade.

 

L’auditorium e la sala cinematografica riconfigurabili sono gestiti in collaborazione con la Cineteca Italiana, ©Michele Nastasi.

Crediti di progetto

Progetto: CRA Carlo Ratti Associati
Consulenza creativa: Italo Rota
Esecuzione: Studio Del Giacco
Progettazione strutturale: INGEMBP
Consulenza acustica: Onleco
Tecnologie audio-video: Audviser

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