Progettare senza estinguere, il programma di Grima a Venezia

È possibile ridurre la dipendenza dell’architettura dalle risorse non rinnovabili? Come si possono evidenziare e ridurre i danni ambientali causati dall’estrazione di materiali? Come fare in modo che il mercato tenga in considerazione, nell’ambito dei budget dell’industria edile, i costi reali e a lungo termine della costruzione, della decostruzione e della produzione materiale? Come si possono coinvolgere le comunità in ogni fase della produzione architettonica, anziché soltanto in quella del consumo finale?

E infine: che tipo di architettura emergerà, quando il suo scopo principale sarà la costruzione di comunità anziché l’accumulo del capitale?

Sono queste le domande di capitale importanza al centro di Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere, programma espositivo e di ricerca dal vivo a cura di Joseph Grima avviato pochi giorni fa nella sede veneziana di V-A-C a Palazzo delle Zattere.

Non-Extractive Architecture intende mettere in discussione alcuni degli assunti alla base della produzione architettonica contemporanea da una prospettiva materiale e sociale, per ripensare l’industria edile partendo dai suoi princìpi fondanti, nella convinzione che esistano alternative migliori.

1. Luke Jones, notional carbon flows between a timber building and forest.

Nel corso dell’anno il programma si articolerà in filoni paralleli di ricerca, residenze, programmi pubblici e iniziative editoriali. La ricerca influenzerà una mostra in continua evoluzione prodotta in loco da Space Caviar, in collaborazione con i dieci candidati internazionali che parteciperanno alla residenza di ricerca. Accanto all’iniziativa della residenza, alcuni designer verranno invitati a condividere nuovi materiali di ricerca e a condurre workshop pratici all’interno del nuovo laboratorio allestito al Palazzo delle Zattere.

All’interno di un ciclo di conferenze mensili, esperti saranno invitati a partecipare come ospiti alla ricerca in divenire di Non-Extractive Architecture. Il programma favorirà nuovi network interdisciplinari, ne registrerà i risultati e li renderà ampiamente fruibili.

I risultati della ricerca, le registrazioni dei dibattiti e delle conversazioni che si svolgeranno nel Palazzo, e i contributi di una rete internazionale di designer, teorici, scienziati dei materiali, filosofi, pianificatori e ricercatori saranno documentati sulle pareti del Palazzo delle Zattere.

Il libro Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere Vol. 1, pubblicato da V–A–C e Sternberg Press, stabilisce un contesto teorico per un nuovo approccio all’architettura basato sulla riflessione a lungo termine sull’utilizzo delle risorse materiali e sull’integrazione dei valori delle comunità nell’industria edile.
Con contributi di Dele Adeyemo, Sofia Pia Belenky, Benjamin Bratton, Stephanie Carlisle, Emanuele Coccia, Keller Easterling, Swarnabh Ghosh, Macarena Gómez-Barris, Joseph Grima, Interiors Agency, Elisa Iturbe, Luke Jones, Chiara Di Leone, Armin Linke, Charlotte Malterre-Barthes, Nicholas Pevzner, Maria Smith e Mark Wigley, il volume esamina l’architettura intesa come un ambito esteso che mette in relazione persone e luoghi senza fermarsi alla tradizionale definizione di “sito”.

Non-Extractive Architecture Vol. 1 sarà seguito nei primi mesi dell’anno prossimo da un secondo volume che raccoglierà le ricerche sviluppate nel corso del programma di ricerca.

V—A—C Foundation

Palazzo delle Zattere

V–A–C Foundation è una piattaforma culturale di discussione aperta che si prefigge lo scopo di ridefinire il panorama contemporaneo. Collaborando con le realtà locali, V–A–C promuove mostre, pubblicazioni, programmi educativi e performativi che superano le barriere tra le diverse discipline, ridefinendo le coordinate del dialogo all’interno di una nuova geografia globale. Questa metodologia viene applicata a tutte le iniziative V–A–C, che si svolgono non solo negli spazi veneziani ma anche nel futuro centro per le arti e la cultura di Mosca, il GES-2, progettato da Renzo Piano in una ex-centrale elettrica, che verrà aperto al pubblico quest’anno.

Inaugurato nel 2017, il quartier generale veneziano della Fondazione è in un edificio di metà Ottocento affacciato sul canale della Giudecca ristrutturato nel 2017 da  Alessandro Pedron, dello studio apml architetti, che lo ha trasformato in un nuovo centro di cultura contemporanea per la città di Venezia. L’intero spazio copre una superficie di 2000 metri quadrati distribuiti su quattro piani, metà dei quali destinati a spazio espositivo.

Joseph Grima

Joseph Grima, ph.©Boudewijn Bollmann

Architetto e curatore, Joseph Grima è direttore creativo di Design Academy Eindhoven e curatore del settore Design di Triennale.Milano, oltre a essere co-fondatore (insieme a Tamar Shafrir) di Space Caviar, studio di architettura e ricerca che si occupa dei punti di contatto tra design, tecnologia, teoria critica e ambito pubblico.
È stato direttore di “Domus” e della galleria newyorchese Storefront for Art and Architecture Nel 2014 è stato nominato co-curatore della prima Biennale di architettura di Chicago, e nel 2012 ha co-diretto la prima Biennale di design di Istanbul. Nel 2019 è stato inoltre il direttore artistico di Matera capitale europea della cultura.

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