Rapidità logica

  • Un´anteprima sul Padiglione del Messico per Expo Milano 2015 di Francisco López Guerra.

Il Messico, come noto, ha avuto un´innegabile influenza sull´alimentazione mondiale ed europea. I pomodori, importati dal tardo ‘500, hanno modificato profondamente la cultura alimentare italiana. Il cacao, i cui semi erano scambiati nell’America precolombiana come moneta, è ormai da secoli materia prima dell´industria dolciaria. Infine l´avocado, frutto il cui nome deriva – come moltissimi, insospettabili altri – direttamente dal nahuatl, l´antica lingua degli Aztechi, è un ingrediente sempre più ricorrente di molti piatti della ricercata cucina fusion.

Tra tutti questi alimenti il mais, come ha sottolineato Georgina Larrea – responsabile con l´architetto Francisco Lòpez Guerra (si rimanda a questa intervista su IoArch 54) degli aspetti museografici e di tematizzazione del progetto del Padiglione del Messico per Expo2015 – è ciò che con ogni probabilità meglio identifica il carattere e il contributo del Messico al tema Nutrire il Pianeta.
E nel progetto, la pannocchia del mais e la sua struttura avvolta dal caratteristico involucro di foglie viene interpretata come riferimento biomorfico e iconico fondamentale.

Le “vele” del padiglione in costruzione (foto ©Ilario Nicolò)

 

La giornata di ieri lunedì 2 marzo – a poche settimane dall’apertura di Expo – è stata un´importante occasione per una visita in anteprima al Padiglione, ormai prossimo al completamento, secondo una tabella di marcia che ha superato le più rosee previsioni.

Alcune ragioni stanno alla base di questo non comune tempismo.

Innanzitutto il Padiglione del Messico è un´incredibile struttura leggera in acciaio avvolta da una membrana microforata e semitrasparente (della francese Serge Ferrari, pioniera e leader in questo settore). Una struttura semplice ed essenziale, facile da allestire e – come afferma Lòpez Guerra – virtualmente smontabile e itinerante.
Il padiglione è anche il frutto della decennale esperienza dello studio nella progettazione di spazi museografici e per eventi, tra cui numerose esposizioni universali (Saragozza in Spagna e Aichi in Giappone).

Disegno della facciata principale e del fronte posteriore 

 

La “pelle” dell’edificio, combinata a un involucro a doppio strato in ETFE, ad inclusione delle aree climatizzate, formerà una superficie che, ad allestimento completato, splenderà, secondo le parole di López Guerra “come una lanterna”.
Mentre il motivo ispiratore della pannocchia di mais caratterizza l’edificio dal punto di vista iconico, l´impianto – che ha dovuto adattarsi ad un lotto stretto e lungo – si articola secondo i flussi di movimento dei visitatori, gestiti attraverso un esteso sistema di rampe che si sviluppano longitudinalmente dando origine ad uno spazio vario ed estremamente dinamico, nonché funzionalmente corretto rispetto ai profili di sosta, di attesa e di percorrenza.

Un ritratto di Francisco López Guerra (foto ©Ilario Nicolò)

 

Nonostante piccoli adattamenti, rappresentati principalmente dall’inserimento di nuove scale di sicurezza e da una modesta riduzione dello spazio delle cucine, il progetto del padiglione ha conservato, potenziandolo, il profilo tracciato originariamente.

Oltre ad essere perfettamente tagliato in base alle esigenze di programma e a dimostrare una logica rapidità costruttiva, il Padiglione del Messico è un edificio affascinante che sicuramente si distinguerà nel panorama generale degli edifici dell’Esposizione, di ormai imminente apertura.

Carlo Ezechieli

L´involucro esterno (foto ©Ilario Nicolò)

 

Padiglione del Messico a Expo 2015

 

  • Architetto: Francisco López Guerra Almada
  • Team: Xavier Prieto, José Pablo Ballesteros, Jorge Borbolla, Roberto Gatica, Santiago Letona, Helena Melgar
  • Museum Planner and Designer: Georgina Larrea
  • Interior Designer: Francisco Uribe
  • Graphic Designer: Elizabeth Bandala, Isabel Hinojosa
  • Writer: Leonardo Fernández Borja
  • Superficie del lotto: 1910mq
  • Superficie coperta: 1070mq
  • General contractor: Nüssli

 

 

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