Restauro del Teatro Romano di Brescia, la proposta di David Chipperfield Architects

Presentato l’8 aprile il progetto di massima relativo al restauro architettonico e alla rifunzionalizzazione del Teatro romano di Brescia, sviluppato dall’architetto David Chipperfield e dal suo studio milanese.

Prendendo avvio da un’analisi di natura archivistica, integrata da un rilievo laser scanner statico e fotogrammetrico, il progetto di rifunzionalizzazione mette a sistema le necessità di ordinaria ed efficace fruizione del sito archeologico con la possibilità di attrezzarne l’impiego per gli spettacoli dal vivo durante la stagione estiva, allo scopo di riportare nel cuore della Brescia romana un’importante funzione di aggregazione sociale e culturale.

 

Il modello presentato da David Chipperfield Architects (ph. ©Alberto Parise).

 

Sviluppato con particolare attenzione al superamento delle barriere architettoniche che caratterizzano l’area del Teatro, il progetto consentirà sia l’uso di parte della cavea per l’accoglienza del pubblico sia l’utilizzo del pulpito restituendolo all’originaria funzione di palcoscenico e rievocandone, attraverso strutture parte permanenti e parte effimere, l’antica e monumentale struttura.
Parallelamente, comporterà la creazione di percorsi di visita che consentiranno la piena percorribilità di tutti gli ambiti del teatro, a partire dalla cavea e dal pulpito e fino alla media cavea, includendo i vomitoria (gallerie con funzione d’ingresso) collegati alla summa cavea.

 

Render della cavea (©David Chipperfield Architects).

 

L’estensione del percorso di visita alle parti più elevate della costruzione consentirà di raggiungere un punto panoramico con inedita prospettiva sull’intera cornice archeologica, spaziando con la vista fino all’area sacra di Piazza del Foro e del Capitolium.

Le successive fasi di sviluppo del progetto dovranno necessariamente essere modulate sugli esiti degli scavi promossi dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, sia per gli aspetti conoscitivi che per quelli di elaborazione e autorizzazione del progetto esecutivo.

Una volta conclusi i lavori si prevede che il Teatro potrà accogliere 1.000 spettatori.

Il progetto di massima è stato sviluppato su commissione di Fondazione Brescia Musei d’intesa con il Comune di Brescia e la locale Camera di Commercio (che in ottemperanza al D.m. marzo 2019 lo ha sostenuto economicamente). Altro fondamentale partner dell’operazione Regione Lombardia che con l’Avviso Unico Cultura 2024 ha sostenuto lo scorso anno un programma di studio dedicato alla conoscenza partecipata e alla sensibilizzazione della città.

I rilievi sono stati svolti con la collaborazione di Tracciatori Srl, sponsor tecnico dell’iniziativa.

 

Pianta del teatro con le ipotesi di intervento (©David Chipperfield Architects).

Il Teatro romano di Brescia

Si ipotizza che la prima fase di impianto e costruzione del Teatro risalga all’età augustea; la seconda fase, invece, che interessò in particolare il rifacimento della scena, va datata all’età severiana, tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C.
Gli elementi principali dell’edificio erano costituiti dalla cavea in appoggio al colle, con tre sezioni di gradoni raccordati da scale e corridoi concentrici, secondo forme comuni alla maggior parte dei teatri romani; un pulpito (palcoscenico) ancora ben leggibile; un fronte scena articolato in tre piani decorati con colonne, archi, statue e ampio impiego di marmi policromi, uniti al calcare locale di Botticino; due aditus posizionati a est e a ovest che consentivano l’accesso alle file inferiori; i vomitoria (gallerie con funzione di ingresso) collegati agli ordini superiori della cavea.

Oggi l’edificio è leggibile nelle sue caratteristiche principali, anche se i segni lasciati dai secoli, dalle diverse funzioni attribuite a questo spazio nel tempo e dalle sovrapposizioni architettoniche ne consegnano un’immagine non leggibile con immediatezza, attenuandone l’impatto.
Le emergenze monumentali oggi percepibili sono collocate all’interno di Brixia. Parco Archeologico di Brescia Romana, un’area intorno alla quale si è particolarmente concentrato l’impegno profuso negli ultimi anni dall’Amministrazione cittadina e da Fondazione Brescia Musei per la valorizzazione del patrimonio identitario, del quale il Capitolium e i tesori in esso custoditi sono da ormai duecento anni simbolo indiscusso.

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