The Hospital of the Future, il cortometraggio prodotto da OMA, viene presentato in anteprima internazionale durante la Biennale di Venezia. Il film fa parte di un progetto di ricerca sul futuro della sanità avviato da OMA nel 2019.
Tanti gli interrogativi posti dal progetto: Se gli organi possono essere stampati in 3D, l’ospedale potrebbe essere stampato in 3D? Usando gli scarti come risorsa, potrebbe ricostruirsi perpetuamente?
L’ospedale del futuro sarà autosufficiente. Come una serra che produce il proprio raccolto. Se i pazienti sono clienti, l’ospedale del futuro prenderà il tuo ordine, come un centro logistico, smistando e spedendo. L’ospedale del futuro è un luogo dove non andremo mai: attraverso la telemedicina, l’ospedale del futuro agirà a distanza, tratterà ogni paziente individualmente, monitorando la sua salute e operando dove necessario. L’ospedale del futuro cederà il passo alla macchina, liberando il suo personale dai compiti di routine.
In definitiva, se diventasse automatico, l’ospedale del futuro potrebbe essere più umano?
Ora, con la pandemia in corso, queste domande acquistano un nuovo senso. Lo spiega Reinier de Graaf, partner di OMA responsabile del progetto: «Quando siamo stati invitati a partecipare a questa edizione della Biennale di Venezia nell’estate del 2019, pochi avrebbero potuto immaginare il ruolo che l’ospedale avrebbe avuto nel modo in cui avremmo poi vissuto. Nel frattempo, l’istituzione si è dimostrata la chiave per riconquistare un modo di vivere che un tempo davamo per scontato. È giunto il momento di portare l’ospedale in primo piano nel dibattito architettonico».
The Hospital of the Future è esposto all’Arsenale in un ambiente caratterizzato da tende da ospedale a grandezza naturale e da letti da ospedale da campo acquistati dall’esercito italiano. Il set è popolato di figure a grandezza naturale ispirate al Modulor di Le Corbusier che rappresentano pazienti affetti da patologie comuni.
La partecipazione di OMA alla Biennale è stata resa possibile grazie al sostegno di Matadero Madrid Centre for Contemporary Creation, Carl Zeiss Meditec AG e Grohe.