Edit Napoli 2024, la fiera del design editoriale e d’autore

+4
View Gallery

Si è conclusa il 13 ottobre la sesta edizione di Edit Napoli, fiera del design editoriale e d’autore, curata da Emilia Petruccelli e Domitilla Dardi.
In mostra, all’Archivio di Stato di Napoli, 102 espositori tra designer indipendenti, artigiani e aziende.

 

Dedalo, libreria modulare e autoportante di Alessandro Guerriero e Licio Tamborrino per Officine Tamborrino, alla Sala Catasti, ph. ©Eller Studio.

 

Anche quest’anno sono stati premiati i migliori inediti. Due quelli che hanno colpito in particolare i giurati, concentrati sui parametri di design intelligente, rispetto per il patrimonio culturale, prezzo ben calibrato.
Xcobjects di Parasite 2.0 per Bianco67 ha vinto il premio della giuria per l’area Main. Il particolare meccanismo di giunzione, che unisce materiali di diverso tipo e dimensione, è nato grazie alla combinazione tra l’esperienza di Bianco67 nella lavorazione di marmi, pietre e graniti, e l’approccio progettuale di Parasite 2.0 secondo i quali il design è processo prima che forma.

 

Xcobjects di Parasite 2.0 per Bianco67, ph. ©Eller Studio.

 

Atelier Nuanda della designer e artista tessile Cecilia Rinaldi ha invece vinto il premio per la sezione Seminario, l’area in cui sono protagonisti gli espositori under 30 e le realtà costituite da non più di tre anni, con il paravento Plĭco, composto di moduli in alluminio collegati da una trama in pelle realizzata a mano con pelle di recupero: fitta, leggera e resistente, flessibile ed elastica per uso e tenuta.
L’intreccio qui diventa giunto strutturale e snodo portante del paravento che lo muove nello spazio in risposta ai bisogni e le necessità di chi lo vive.

 

AtelierNuanda, Plĭco, ph. ©Dario Cervellin.

 

Le menzioni speciali sono state assegnate a Studio Bovti, a Monostudio e all’azienda marchigiana di cucine Oikos, che ha presentato Cucina Zero, un concept studiato da Debonademeo Studio realizzata con un composto di fibre di canapa riciclata arricchito da frammenti di travertino selezionati tra gli scarti della lavorazione lapidea.

 

Dante Negro, ph. ©Eller Studio.

 

Accanto ai vincitori della passata edizione, Giorgio Bena e ruga.perissinotto, sono numerose le aziende tornate anche per l’edizione 2024, come Dante Negro, De Marchi Verona – che ha presentato Numen, una nuova collezione di superfici da rivestimento in porcellana smaltata, disegnata da Doriana e Massimiliano Fuksas –, Marco Ripa che ha collaborato con Atelier Ferraro per India, collezione di tavoli in alluminio.

Ampia, inoltre, la rappresentanza spagnola, grazie al bando España Diseño Mediterráneo, realizzato in collaborazione con l’Instituto Cervantes de Nápoles e il designer Tomas Alía, che ha selezionato per Edit Napoli cinque giovani talenti.

 

Tavlo India di Atelier Ferraro per Marco Ripa, ph. ©FrancescoMarano–Eller Studio.

 

Ricchissimo infine il programma dei cosiddetti Edit Cult, le esposizioni diffuse dedicate a progetti culturali, che hanno lo scopo di aprire al pubblico e valorizzare alcuni dei luoghi più affascinanti di Napoli, presentando al loro interno lavori di risonanza internazionale.

Il dialogo tra spazi storici e progetti contemporanei ha dato vita a un racconto a più voci sparso per la città. Protagonisti i grandi nomi del design internazionale, figure emergenti e aziende affermate come Abet Laminati, Alcantara, Alpi, Cassina, Incalmi.

 

Along the edge – Alpi 1984-2024 al Real Museo Mineralogico, uno dei sette Edit Cult 2024, ph. ©Eller Studio.

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top