A oltre sessant’anni dalla sua inaugurazione, la torre Velasca torna a vivere nel cuore di Milano con una rinnovata identità architettonica, funzionale e urbana. Il progetto di restauro, commissionato da Hines a Asti Architetti in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano, ha interessato l’intero edificio progettato tra il 1956 e il 1958 dallo studio Bbpr, restituendone il valore storico attraverso una rilettura rispettosa ma profondamente aggiornata.

L’intervento, avviato nell’autunno 2021 e concluso nel maggio 2025, ha riguardato sia il consolidamento strutturale sia il restauro delle facciate, degli spazi interni e degli elementi originari.
Dal recupero degli intonaci – prima esaminati per comprendere il modo migliore di valorizzare la luce naturale – al ripristino delle boiserie in mogano, delle ceramiche e dei lampadari in ottone brunito degli interni, ogni scelta ha privilegiato un approccio di tipo filologico.

Parallelamente, l’integrazione di sistemi impiantistici ad alta efficienza ha permesso di ottenere le certificazioni Leed Gold e WiredScore Gold. Il progetto ha coinvolto anche Ceas, Esa engineering e Ars Aedificandi come general contractor.

Riconosciuta come monumento di interesse culturale dal 2011, la torre è stata rinnovata anche con un nuovo disegno della piazza antistante: un’area completamente pedonalizzata, arredata con ulivi, magnolie e sedute. Il progetto illuminotecnico, realizzato su misura, valorizza architettura e contesto, includendo anche il restauro dei pali storici disegnati dai Bbpr.

Dal punto di vista del programma, la torre comprende 72 suite e residenze distribuite su sette piani, uffici (dal secondo al 15esimo piano), un’offerta hospitality e due ristoranti, oltre a negozi e servizi al piano terra. La superficie retail è stata ampliata da 500 a 3.700 metri quadrati a seguito dell’efficientamento degli spazi esistenti e alla riconversione di aree inutilizzate, inclusi ex locali tecnici.

Paolo Asti ha spiegato che «il progetto di recupero non è stato sviluppato per musealizzare la torre ma per riportarla alla nostra contemporaneità come un grattacielo ancora vivo. Gli elementi linguistici originari – ovvero la pulizia cromatica, formale, distributiva degli spazi e dei materiali – hanno permesso di proiettare al futuro un progetto pensato negli anni Cinquanta votato alla flessibilità e quindi alla trasformazione della propria vita nel tempo».
