Mens sana in corpore sano al college, il nuovo building di OMA

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Ellen van Loon di OMA è la project leader del nuovo Sports and Sciences Building del Brighton College, opera innovativa che punta su spazi multifunzionali e una completa trasparenza.

A sorpresa, aule di fisica e chimica si alternano a infrastrutture per lo sport, come piscina, palestra, sala per la danza, piste d’atletica.

 

Dalle case a schiera vittoriane sul lato opposto del cortile, l’edificio appare come un palcoscenico, soprattutto di sera quando è illuminato, Laurian Ghinitoiu, Courtesy of OMA.

Il Brighton College è un blasonato liceo privato fondato nel 1845 costituito da edifici storici e moderni. L’architettura di OMA di 7.425 metri quadrati si aggiunge ad altre strutture del campus costruite negli anni Settanta e Ottanta. La parte storica del Brighton College invece, protetta da vincolo, è un complesso in stile neo-gotico disegnato a partire da metà Ottocento da Gilbert Scott e Thomas Jackson.

La proposta dello studio olandese, vincitore di un concorso internazionale nel 2013, combina gli spazi dedicati alle scienze e allo sport in un’unica struttura dallo sviluppo longitudinale anziché in due edifici come richiesto dal bando.
Composti da lunghe scalinate, aree dedicate alla sosta e zone per lo studio condiviso, gli ampi spazi di distribuzione sono il vero collante tra le attività scolastiche degli studenti fino ai 18 anni.

 

Sul tetto: una terrazza con prato artificiale, una pista d’atletica e la vista sul mare, Laurian Ghinitoiu, Courtesy of OMA.

Socializzazione e comunicazione, tra scolari e discipline, sono i temi attorno a cui ruota il progetto. La scelta di utilizzare in modo diffuso il vetro, non solo in facciata ma anche per le partizioni interne, è quindi fondamentale per connettere visivamente spazi e livelli differenti.
La composizione interna fa in modo che ci sia un paesaggio fluido tra i piani fino al tetto-giardino, sui cui si trovano una pista d’atletica e un punto panoramico verso il mare del Nord. Lo spiega Ellen van Loon: «Fin da principio, poter scorgere da qui l’oceano, anche se da lontano, è stata una mia personale ossessione».
L’altra ossessione evidente in tutto il complesso è quella per la trasparenza e la libera circolazione di aria e di luce. «Volevo che la ventilazione fosse il più possibile naturale, come anche l’illuminazione. Questo ha significato un uso estensivo del vetro, scelta che ha pesato molto sul piano economico ma che era per noi irrinunciabile».

 

Ellen van Loon e il suo team hanno lavorato su un intreccio innovativo di percorsi e di spazi multifunzionali, Laurian Ghinitoiu, Courtesy of OMA.

Mentre le aree dedicate alle materie scientifiche sono distribuite in modo più tradizionale, quelle legate alle attività motorie sono studiate attraverso configurazioni sovrapponibili e sorprendenti. L’edificio si adatta perfettamente alla morfologia del campus e del quartiere, con facciate che imitano il ritmo regolare delle case a schiera dal lato opposto del campus.

Le aule di fisica e chimica convivono con gli spazi per lo sport, come piscina, palestra, sala per la danza, piste d’atletica.

Ellen van Loon – OMA

ph Kristian Ridder Nielsen, courtesy OMA

Ellen van Loon è entrata a far parte di OMA nel 1998 e ha guidato diversi progetti pluripremiati. Tra i suoi contributi più significativi vi sono BLOX, la nuova sede del Danish Architecture Center di Copenhagen (2018); Rijnstraat 8 (2017); Lab City (2017); la sede centrale di G-Star ad Amsterdam (2014); De Rotterdam, il più grande edificio dei Paesi Bassi (2013); New Court, la sede centrale della Rothschild Bank a Londra (2011); il Maggie’s Centre vicino a Glasgow (2011); il padiglione Prada Transformer a Seoul (2009); Casa da Musica a Porto (2005), vincitore del Premio RIBA 2007; e l’ambasciata olandese a Berlino (2003), vincitore del premio dell’Unione Europea Mies van der Rohe nel 2005. Van Loon sta attualmente lavorando alla Factory Manchester, una grande sede per le arti dello spettacolo per la città, e al palazzo di giustizia di Lille.

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