Più di 40 paesi rappresentati, l’installazione Yesterday‘s Tomorrow di Francis Kéré, recente premio Pritzker che curerà anche gli allestimenti negli spazi comuni, una mostra tematica sui misteri dell’universo curata dall’astrofisica Ersilia Vaudo, chief diversity officer dell’Agenzia Spaziale Europea: questi i numeri della 23esima Esposizione Internazionale di Triennale Milano che con progetti e opere provenienti da diversi ambiti disciplinari che si interrogano su ciò che nemmeno sappiamo di non sapere risponderanno al tema Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries.
«In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo – dice il presidente di Triennale Stefano Boeri – crediamo che sia più importante che mai preservare e valorizzare le occasioni di dialogo tra paesi, culture, popoli diversi. Ed è esattamente questo l’intento della 23esima Esposizione Internazionale: aprire uno spazio di discussione in cui curatori, artisti, designer, architetti, scienziati, scuole e collettivi provenienti da tutto il mondo possano incontrarsi e discutere liberamente su come estendere i confini della nostra conoscenza e ridurre le zone d’ombra che ancora avvolgono il pianeta».
Oltre alla mostra tematica, Unknown Unknowns ospiterà due altre mostre – una progettata insieme a Fondation Cartier pour l’art contemporain e l’altra curata da Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale – e una serie di installazioni e progetti speciali che vedranno coinvolti gli storici dell’arte Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, il musicista e scrittore Francesco Bianconi, il filosofo Emanuele Coccia, e la video installazione che accoglierà il pubblico introducendo i temi delle mostre, per finire con un’opera cinematografica di Andrea Branzi, maestro dell’architettura e del design.